Cambiare la caldaia di casa può rivelarsi un momento problematico, ma anche necessario. Da una parte comporta un considerevole sforzo economico, ma dall’altra una caldaia nuova ed efficiente, che contribuisce al risparmio energetico, aiuta a tagliare i costi del riscaldamento.
Come capire se la caldaia è da cambiare?
Una regolare manutenzione dell’impianto di riscaldamento aiuta la nostra caldaia a funzionare meglio e più a lungo. Tuttavia, arriva il momento in cui è necessario procedere alla sua sostituzione e ci sono alcuni segnali che ci aiutano a capire quando intervenire.
- La vita media di una caldaia: si aggira attorno ai 10-12 anni. Più il tempo passa, più è richiesta una manutenzione maggiore per l’usura delle sue componenti. È quindi prudente fissare i dovuti controlli lontano dalla stagione più fredda, evitando così un ulteriore aggravamento dei costi di intervento.
- Una caldaia non dovrebbe far rumore: in caso contrario, è necessario intervenire. Ronzii e vibrazioni possono derivare da una valvola rotta o da una pompa che ha smesso di funzionare correttamente. In casi come questi, la cosa migliore da fare è spegnere immediatamente la caldaia e contattare un tecnico specializzato.
- I termosifoni impiegano troppo tempo a scaldarsi: potrebbe esserci un guasto. La causa può essere ricercata nell’acqua sporca che circola all’interno dell’impianto e dei caloriferi. La manutenzione aiuta a trovare un rimedio.
I controlli regolari e periodici restano la prima precauzione da adottare per evitare l’emissione del monossido carbonio a causa di problemi di combustione. È una sostanza inodore e insapore, quindi non percettibile, ma che può rivelarsi letale.
Alle problematiche tecniche, d’altra parte, si aggiunge il fattore legato alla classe energetica: le vecchie caldaie appartengono infatti ad una classe inferiore rispetto a quelle moderne. Più la classe energetica è bassa, maggiori sono i consumi e di conseguenza la bolletta è decisamente più salata.
Quanto si spende per cambiare una caldaia?
Per preventivare i costi per la sostituzione di una caldaia occorre considerare la sua tecnologia. A sua volta, la scelta dipende non solo dalla disponibilità economica dell’utente, ma anche dagli spazi a sua disposizione.
Per avere una panoramica relativa alle spese, prendiamo in considerazione tre casi:
- caldaia a condensazione;
- caldaia a biomassa;
- pompa di calore.
Il prezzo di una nuova caldaia a condensazione parte dai 500 euro (per un elemento da circa 24 kW di potenza) e arriva ai 2.000 euro (32 kW). Quelle più sofisticate raggiungono anche i 5.000 euro.
Quanto alla caldaia a biomassa, le spese sostenute sono destinate a salire sensibilmente: il range va da 1.500/1.600 euro a quasi 8.000 euro. Questa può essere alimentata a pellet, con gli scarti che derivano dalla lavorazione del legno, con i residui organici e con quelli dell’industria agroalimentare.
Oltre allo spazio per il generatore di calore, la caldaia a biomassa richiede quindi un luogo adatto e capiente per lo stoccaggio e la conservazione del materiale combustibile.
La pompa di calore è uno dei sistemi di termoregolazione più evoluti e anche per questo motivo il suo costo è rilevante. Varia a seconda della metratura dello spazio che deve coprire e, facendo una media, passa da 3.500/4.000 a 12.000 euro.
Considerando che recupera energia dall’ambiente per trasformarla in riscaldamento, come nel caso di una caldaia a biomassa, anche la pompa di calore necessita per le sue caratteristiche tecniche di uno spazio apposito all’esterno dell’abitazione.
Al prezzo della caldaia vanno poi aggiunti i costi per l’installazione, comprensiva di tutti i componenti necessari per il corretto funzionamento. Tenendo conto dell’investimento che richiede, è buona cosa affidarsi alle competenze di un tecnico specializzato, partendo da un sopralluogo, per avere tutti i consigli utili del caso.
Quanto costa sostituire la caldaia in casa?
Per tutto il 2023 è stato prorogato il Bonus caldaia. L’agevolazione consiste in una detrazione fiscale sulle spese sostenute. La detrazione è di importo variabile: dal 50% e fino al 65%.
In caso di Superbonus sale al 90%: l’intervento di sostituzione deve però rientrare tra i cosiddetti interventi trainanti, in cui ricadono quelli sugli impianti climatizzazione invernale.
È importante sottolineare che l’intera opera di intervento deve portare ad un miglioramento della classe energetica già certificata di almeno 2 classi: è il risultato finale che incide, non solo l’intervento sulla caldaia. Il tutto da dimostrare con attestazioni di prestazione energetica (A.P.E.).
Le agevolazioni sono erogate dall’Agenzia dell’Entrate nei 10 anni successivi all’anno della sostituzione.
Quanto al Bonus caldaia, In base alla tipologia di impianto da installare la misura dell’incentivo sarà pari al 50% o fino al 65%
L’importo di spesa limite detraibile è di 30.000 euro per ogni singolo immobile.
Fondamentale, per tutti e tre i tipi di detrazione, è che il pagamento sia tracciabile e quindi effettuato tramite bonifico bancario o carta.
Per richiedere il bonus caldaia, bisogna inviare una comunicazione di installazione all’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile. La comunicazione deve essere effettuata entro 90 giorni dal posizionamento della nuova caldaia e richiede:
- i dati del cliente e del venditore;
- l’allegato della ricevuta di pagamento;
- la scheda informativa dei lavori rilasciata dal tecnico abilitato;
- l’attestazione della classe energetica.
Al posto della detrazione, inoltre, si può richiedere lo sconto immediato in fattura all’azienda che compie l’intervento di sostituzione. Sarà la stessa ditta a recuperare in seguito il credito, portandolo in compensazione sulle imposte che è tenuta a pagare.
Infine, è possibile la cessione del credito d’imposta a una banca o istituto finanziario che lo acquisterà a un valore del 75-80%.
Sono previste importanti novità all’orizzonte. La direttiva Case Green dell’Unione europea stabilisce infatti dal 2024 il divieto di incentivi fiscali per l’installazione di caldaie che operano con combustibili fossili.
In base a questa disposizione, le agevolazioni non dovrebbero più valere per le caldaie a condensazione di Classe A, dal momento che richiedono l’impiego di un combustibile fossile come il gas metano o il GPL.
Che tipo di caldaia conviene?
La fase di valutazione su quale nuova caldaia installare è molto importante. Come già anticipato, ci sono alcuni fattori che incidono sulla scelta, tra cui:
- la potenza: più è ampia la superficie da riscaldare, più dovrà essere potente;
- la classe energetica: una classe alta corrisponde ad una maggiore efficienza energetica;
- la qualità: il rapporto qualità/prezzo è un valore aggiunto perché anche a fronte di uno sforzo economico iniziale, i benefici sono a lungo termine;
- lo spazio a disposizione: la possibilità di sfruttare uno spazio esterno alla casa permette di considerare l’acquisto di una pompa di calore.
Una pompa di calore aria-acqua, per esempio, sfrutta l’energia dell’aria e la convoglia all’acqua, grazie ad un circuito chiuso al cui interno è presente un fluido rigenerante.
È senza dubbio un sistema che riduce al minimo l’impatto ambientale e appartiene alla categoria dei generatori di calore promossi dalle politiche di sostenibilità europee.
Il punto di forza di una caldaia a condensazione, invece, è la sua innovativa tecnologia che permette di recuperare il calore contenuto nei fumi di scarico. Questo calore è trasformato in nuova energia per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria.
Alla tipologia di caldaia si aggiunge un ultimo passaggio nell’ottica di efficientamento energetico: la domotica.
Termostati e termovalvole smart, controllati anche a distanza, rendono più semplice la gestione dell’impianto di riscaldamento, riducendo gli sprechi e impostando in modo corretto il livello della temperatura a seconda del momento del giorno e delle abitudini di chi vive in casa.