L'accensione e lo spegnimento del riscaldamento di casa avvengono secondo le indicazioni governative. La regolamentazione punta a contenere i consumi energetici e tiene conto delle diverse fasce territoriali, a seconda delle loro caratteristiche ambientali. Approfondiamo insieme il tema.
Quando bisogna spegnere il riscaldamento nel 2024?
La norma italiana di riferimento per lo spegnimento del riscaldamento è il decreto presidenziale n. 412 del 1993. Come indicato nella sua dicitura, si occupa degli impianti termici degli edifici e in particolare delle fasi di:
- progettazione;
- installazione;
- esercizio e manutenzione.
L'obiettivo finale è il "contenimento dei consumi di energia", già stabilito dalla legge n. 10 del 1991, e stabilisce allo stesso modo il periodo di accensione.
Il risparmio energetico, d'altra parte, dipende anche dai livelli di temperatura. I diversi parametri sono fissati secondo gli aggiornamenti indicati dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, già conosciuto come Ministero della Transizione ecologica, a seconda degli edifici coinvolti.
- In case private, scuole e uffici la temperatura ideale è quella compresa tra i 20 e i 19 gradi.
- Nei fabbricati industriali e artigianali, invece, è tra i 18 e i 15 gradi.
Come suggerito dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), questi valori raggiungono due importanti obiettivi:
- da un lato garantiscono un corretto comfort abitativo;
- dall’altro salvaguardano l’ambiente, evitando inutili sprechi.
La stagione termica italiana è compresa tra i mesi di ottobre 2023 e aprile 2024, ma non per tutte le parti della penisola. Al Sud, per esempio, è più breve che nella regione alpina. L'Italia è quindi suddivisa in zone climatiche, a seconda delle diverse condizioni ambientali.
Con il nuovo calendario occorre spegnere il riscaldamento secondo questo schema.
- Zona A: il periodo di accensione va dall'8 dicembre al 7 marzo, per 5 ore giornaliere.
- Zona B: dall'8 dicembre al 23 marzo, per 7 ore giornaliere.
- Zona C: dal 22 novembre al 23 marzo, per 9 ore giornaliere.
- Zona D: dall'8 novembre al 7 aprile, per 11 ore giornaliere;
- Zona E: dal 22 ottobre al 7 aprile, per 13 ore giornaliere.
- Zona F: nessuna limitazione, né di calendario né di orario.
A livello di grandi città, per i centri come Roma, Milano, Torino, Genova, Brescia e Bologna la data di spegnimento è quella del 7 aprile 2024. Al contrario, Napoli anticipa il momento al 23 marzo 2024.
Quando si spegne il riscaldamento nei condomini?
Le linee guida nazionali impattano in modo particolare sullo spegnimento dei riscaldamenti centralizzati impiegati nei condomini. Quando infatti arriva il momento di interrompere l'erogazione del servizio, l'interruzione scatta in automatico.
Modifiche al calendario sono ammesse in caso di situazioni climatiche straordinarie, specialmente di fronte ad una ondata di freddo intenso in concomitanza con lo spegnimento. L'eventuale proroga spetta ad una decisione presa dal sindaco del comune interessato.
Per la stagione 2022/2023, ad esempio, alcune amministrazioni locali, attraverso i propri regolamenti, hanno deliberato di posticipare e anticipare l'avvio e lo spegnimento del riscaldamento di qualche giorno, rispetto alle indicazioni ministeriali. Sono state previste anche variazioni sulle ore massime consentite per l'accensione giornaliera.
Per le abitazioni private, il discorso è in parte diverso. Dotate di un impianto autonomo, sono quindi meno vincolate a leggi e regolamenti. Nell'ottica di sostenibilità ambientale e di una riduzione dei consumi, il calendario per ogni zona climatica andrebbe comunque rispettato anche in questo caso. A fare la differenza è il buon senso dell'utente.
Un riscaldamento autonomo, senza dubbio, permette di intervenire direttamente nell'ipotesi di condizioni climatiche impreviste come una coda d'inverno a ridosso delle temperature più miti primaverili.
Come spegnere l'impianto di riscaldamento?
L'operazione per spegnere gli impianti centralizzati è affidata ai tecnici specializzati dell'azienda che si occupa del riscaldamento condominiale. Sono infatti caldaie più complesse e che richiedono precise competenze per gli interventi, tra cui accensione e spegnimento.
Chi invece dispone di un impianto autonomo, può consultare il libretto di istruzioni del modello installato.
Le caldaie dispongono di due diverse modalità: quella invernale e quella estiva. La prima provvede non solo alla produzione di acqua calda sanitaria, ma anche al riscaldamento dei termosifoni.
Il passaggio dalla modalità invernale a quella estiva permette dunque di interrompere la fase di riscaldamento. Non basta impostare una temperatura bassa sul termostato.
Cosa succede se non si spegne il riscaldamento?
Con il finire della cattiva stagione, il responsabile dell'impianto centralizzato deve provvedere alle operazioni di spegnimento secondo quanto indicato dal calendario. In caso contrario, è passibile di una sanzione amministrativa compresa tra 500 e 3.000 euro.
Il mancato rispetto delle regole costa caro, al pari di un riscaldamento non ottimizzato.
L'attualità racconta infatti di bollette sempre più costose a causa dell'aumento delle utenze di gas e luce. A correre in aiuto è la tecnologia smart di ultima generazione che promuove il risparmio energetico e, di conseguenza, economico.
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La temperatura viene impostata in modo preciso ed è monitorata costantemente a distanza tramite app, con la possibilità di regolarla stanza per stanza, a seconda delle necessità, con l'opzione multi-zona.
Comfort ed efficienza che agevolano il benessere e aiutano anche il portafoglio.