Il termocamino rientra tra i sistemi di riscaldamento alternativi alla caldaia. Permette di riscaldare gli ambienti e di produrre acqua calda sanitaria e può funzionare sia a legna che a pellet. Le nuove versioni offrono anche ottime soluzioni estetiche. Scopriamo insieme come funziona e valutiamo vantaggi e svantaggi.
Che differenza c'è tra un camino e un termocamino?
Il termocamino è una soluzione per il riscaldamento di casa che a prima vista ricorda le tradizionali stufe e i camini a legna, riportando l’utente - almeno in parte - indietro nel tempo, quando questi erano un elemento essenziale nelle abitazioni: non solo per le loro funzioni, ma anche come punto di ritrovo e di vita domestica.
È studiato e progettato per essere collegato al sistema di riscaldamento già installato, come i radiatori o il pavimento radiante. A ciò si aggiunge, indubbiamente, il fascino che porta con sé e che rende più accogliente l’ambiente di casa.
Per capire meglio come funzioni un termocamino, si può cominciare sottolineando le differenze rispetto al camino più tradizionale, quello composto dal focolare, vale a dire lo spazio nel quale ha luogo la combustione e che si collega alla canna fumaria e al comignolo.
- Il principio con il quale funziona un camino è molto semplice. Il flusso di aria costante nel focolare permette la combustione della legna e il fumo viene smaltito passando dalla canna fumaria e dal comignolo. Viene così riscaldato l'ambiente nei pressi della struttura.
- Il termocamino, invece, riesce a recuperare il calore generato dalla combustione.
Ciò è reso possibile dalla sua composizione.
- Un vetro temperato isola la fiamma dall'esterno.
- La camera di combustione ha un intercapedine che contiene dell'acqua che si scalda con la combustione.
- L'acqua riscaldata viene impiegata per i termosifoni e per produrre acqua calda sanitaria.
È, a tutti gli effetti, la versione tecnologicamente avanzata e all'avanguardia del camino classico.
In base al tipo di alimentazione si può optare per:
- termocamino a legna;
- termocamino a pellet;
- termocamino ad alimentazione ibrida con l'uso alternato di legna e pellet.
A proposito dei termocamini a legna, quelli già installati devono avere una certificazione di almeno 3 stelle, secondo la classificazione prevista dal Decreto ministeriale 186/2017 che misura la loro classe ambientale. Delibere regionali integrano la normativa.
Anche la modalità di propagazione del calore può differire:
- ad aria, il calore viene distribuito attraverso delle bocchette;
- ad acqua, opera in modo molto simile ad una caldaia, riscaldando le stanze con la trasmissione dell'acqua nei termosifoni.
Quanto si risparmia con un termocamino?
Valutare l'effettivo impatto economico di un sistema a riscaldamento di questo tipo non è semplice. Le stime indicano un risparmio energetico che varia dal 30% al 50%, ma bisogna considerare alcuni fattori.
Tra questi c'è il consumo di legna o pellet che dipende:
- dalla potenza riscaldante del termocamino;
- dalla resa del combustibile impiegato;
- dalle caratteristiche dell’edificio che si intende riscaldare come, ad esempio, il suo isolamento termico.
Negli ultimi anni, sulla scia del rialzo del prezzo del gas, il costo della legna ha registrato un considerevole aumento a fronte di una richiesta maggiore. Per contenere la spesa ci si può affidare a legna a basso costo che però non coincide spesso con quella di qualità.
Sono i legni duri a rendere di più durante la combustione con il loro potere calorifico più elevato. A una resa migliore corrisponde un prezzo più alto.
Quanto al pellet, anche il costo di questa materia prima ha subìto oscillazioni verso l'alto.
Consideriamo inoltre che un termocamino ad aria non produce acqua calda sanitaria. La sua installazione può generare un risparmio per il riscaldamento degli ambienti, ma comporta la presenza di una caldaia che sopperisca all'assenza della prima.
Nel valutare i benefici economici di un termocamino non si devono escludere gli interventi di manutenzione e di pulizia, in particolare della canna fumaria, essenziali per un buon rendimento energetico. Tra le norme di riferimento in merito c’è la UNI 10683 che ricorda come gli interventi debbano essere eseguiti con periodicità regolare e tenendo conto delle indicazioni fornite dal produttore. Vanno poi prese in considerazione i regolamenti locali.
La manutenzione e la pulizia della canna fumaria devono essere condotte da un tecnico specializzato: queste due attività sono un passaggio fondamentale per la sicurezza degli abitanti di casa:
- bisogna accertarsi che non ci siano materiali ed ostacoli di qualsiasi genere in grado di limitare il flusso dell’aria, anche solo in parte;
- non devono essere presenti materiali estranei, in particolare se infiammabili, polverosi o di qualsiasi altro tipo e che possano costituire pericolo o intralcio, sporcamento o intasamento delle vie d’accesso dell’aria dell’apparecchio.
Nella voce costi legata ai termocamini ritroviamo l’energia elettrica: la maggior parte dei modelli la richiede per poter funzionare correttamente, per quanto la fonte primaria di calore sia la combustione del legno o del pellet.
L'energia elettrica è necessaria per diversi componenti e funzioni:
- Pompa di circolazione. I termocamini idrotermici hanno una pompa per trasmettere l'acqua calda dall'apparecchio ai radiatori. Questa pompa richiede energia elettrica per il suo funzionamento.
- Sistema di ventilazione. Alcuni modelli di termocamini includono un ventilatore per aiutare a distribuire il calore nell'ambiente o per ottimizzare la combustione all'interno della camera di combustione, alimentati elettricamente.
- Controlli e sensori. Molti termocamini moderni sono dotati di sistemi di controllo elettronici che regolano la temperatura, monitorano le prestazioni e garantiscono la sicurezza. Questi sistemi includono termostati, sensori di temperatura e di ossigeno e display per il controllo delle funzioni.
- Accensione automatica. I modelli più avanzati possono avere un sistema di accensione automatica che richiede energia elettrica per essere attivato.
L'energia elettrica svolge quindi un ruolo cruciale nel supportare e ottimizzare il suo funzionamento. Durante un'interruzione di corrente, alcune funzionalità del termocamino potrebbero non essere disponibili, anche se il calore derivante dalla combustione della legna potrebbe ancora essere utilizzato in modo limitato.
Quanto costa fare un impianto termocamino?
I punti di forza di un termocamino comprendono l'impatto estetico. Crea una sensazione di comfort e di intimità che si propaga nell'ambiente in cui è inserito. Richiama il romanticismo e l'atmosfera dei tradizionali camini, risultando però molto più facile da pulire.
Il vetro che ne delimita la parte esterna impedisce alla polvere e alla cenere di disperdersi. Il fatto che il focolare sia strutturalmente separato da tutto ciò che lo circonda riduce i rischi derivanti dalla propagazione del fuoco e del fumo.
Non è complessa nemmeno la manutenzione della camera di combustione e della canna fumaria, salvo imprevisti.
D'altro canto l'investimento iniziale può rivelarsi consistente.
- I termocamini a legna hanno un costo che va da 2.000 euro a 5.000 euro.
- I termocamini in pellet vanno da 4.000 a 6.000 euro.
I termocamini ad acqua, in aggiunta, prevedono un apposito serbatoio, denominato puffer. Ha una forma cilindrica, è rivestito con materiale isolante e le sue dimensioni sono grandi. Occorre quindi lo spazio necessario per una corretta applicazione.
- Valutazione dell'area. Prima di procedere all’installazione, va effettuata un'analisi dettagliata dell'area dove si intende installare il termocamino. È importante valutare la presenza di un camino o una canna fumaria già esistenti e determinare la posizione più efficace per una distribuzione uniforme del calore nella casa.
- Selezione del modello. È fondamentale scegliere un modello di termocamino che si adatti alle esigenze personali e agli spazi domestici, rispettando le normative locali e nazionali relative a emissioni e sicurezza.
- Preparazione dell’impianto. L'installazione può richiedere l'adattamento dell'impianto di riscaldamento esistente, inclusa la modifica del sistema idraulico per integrare il termocamino con l’impianto di riscaldamento centrale.
- Ispezione e certificazione. Dopo l'installazione, è altamente raccomandato far ispezionare il termocamino da un tecnico qualificato. Questo passaggio è vitale per confermare la corretta installazione e la sicurezza operativa del sistema.
Bisogna anche accertarsi se la loro installazione sia consentita nella zona in cui si trova l'abitazione. In alcune parti d'Italia, infatti, i regolamenti locali vietano l'impiego della legna ad uso riscaldamento perché la combustione produce polveri sottili nell'aria.
Come si collega il termocamino ai termosifoni?
Per collegare un termocamino ad acqua all'impianto termico servono due tubi:
- quello di mandata, che trasmette l'acqua all'impianto;
- quello di ritorno, sul quale inserire una pompa che aziona la ventilazione.
L’operazione include però anche l’installazione di serbatoi coibentati per l’acqua calda delle pompe di rilancio, nonché di valvole di intercetto e termostati di minima e di massima per la corretta regolazione della temperatura.
Non è quindi un procedimento così semplice, considerando anche che il termocamino richiede un impianto di riscaldamento indipendente: significa che se l'abitazione ha già un impianto, non può essere utilizzato per il termocamino.